Teatro Ragazzi

IN VOLO VERSO B-612

Liberamente tratto da “Il Piccolo Principe”di A. de Saint Exupery

Adaptation

Mariapia Rizzo

Regia

Domenico Cucinotta

Perché scegliere di ispirarsi proprio a “Il Piccolo Principe” nel pensare ad uno spettacolo destinato ai ragazzi?
Perché è un libro dedicato ad un adulto quando era bambino. Durante le nostre esperienze di lavoro con i bambini ed i ragazzi delle scuole elementari e medie inferiori, il momento più complesso è stato quello del primo approccio, dell’incontro, della scoperta di avere, nonostante la differenza di età, un linguaggio ed un cuore comuni. Il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza è un mondo misterioso, che ogni individuo ha vissuto, ma che sembra aver dimenticato quando ha deciso (o è stato costretto a decidere) di essere diventato grande.
Sembra un passaggio senza interregno, ma non è così. Il terreno neutro esiste ed è talmente semplice da essere ignorato: la poesia..
Nel “Piccolo Principe” un adulto ed un bambino si incontrano nel deserto, un luogo limite, in cui è possibile il riavvicinamento tra la realtà adulte e quella bambina, un luogo in cui ogni ottica quotidiana è inutile e l’inversione è possibile.
La realtà si può guardare da un’angolazione dimenticata: quella di chi è abituato al piccolo, al lineare, al singolare (un pianeta che può ospitare un solo abitante, la necessaria lotta contro i baobab, un fiore creduto unico in tutto l’universo) ma è costretto a scontrarsi con il macroscopico, con l’ artificiosamente complesso, con il molteplice indifferenziato. E’ un miracolo per un adulto potersi trovare di nuovo a guardare con occhi capaci di una poesia semplice ed istintiva e potere pensare di nuovo con una mente che segue la logica del cuore.
Il «Piccolo Principe» ci è sembrato un fertile terreno d’incontro tra adulti (ma siamo poi così adulti?) e bambini (ma sono davvero solo bambini?) alla scoperta di cosa sia questo »essenziale invisibile agli occhi ma visibile al cuore», attraverso la messa in scena di una favola che non parla per metafore, ma semplicemente propone un altro modo di guardare ai fatti.
Non si tratta di voler tornare bambini, si tratta di ricordarci costantemente che l’essenziale è visibile solo al cuore e di cercare continuamente l’essenziale che ogni altro cuore riesce a vedere.

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L’ALBERO

Con

Stefania Pecora

Mariapia Rizzo

Regia

Domenico Cucinotta

La delicata storia di amicizia, amore e dimenticanza tra un essere umano nelle varie fasi della sua vita, ed un albero.
Una metafora attuale e poetica della generosità della natura nei confronti dell’uomo; delle richieste che l’uomo fa alla natura, spesso senza tenere in conto delle conseguenze che queste suscitano.
Ma anche più semplicemente una storia di generosità.
Uno spettacolo pensato per i più piccoli, denso di immagini evocative e poetiche e ricco di spunti di riflessione.

L’ALBERO
L’ALBERO
L’ALBERO
L’ALBERO

LA STORIA DI PINOCCHIO

Spettacolo per attori e burattini dal romanzo di Collodi

adattamento

Mariapia Rizzo

con Mariapia Rizzo Sotefania Pecora Orazio Berenato

Regia

Domenico Cucinotta

«Come ogni individuo è composto di parti che si contraddicono, ogni grande libro comprende in se’ molti strati o molte anime, che talvolta si ignorano a vicenda. Possiamo leggere Pinocchio sia come una crudele storia realistica, sia come una storia esoterica. Chi comincia a scrivere una favola per bambini, non immagina mai dove finirà per giungere».
Pietro Citati
Ciò che per noi è certo è che «Pinocchio» rimane una delle più grandi composizioni fantastiche della storia della letteratura. Una favola intrigante che travolge in un vortice di incredibili avventure dal sapore a volte esoterico e misterico, certo, ma dall’anima sinceramente bambinesca. Il burattino di Collodi è un monello senza confronti, un eterno fuggiasco, un piccolo avventuriero che non cessa di commettere errori, ma che riesce a superare tutte le prove che lo condurranno al cambiamento, alla mutazione in essere umano. Pinocchio non è solo un bambino che diventa grande, è un essere umano che lotta per scoprire un’altra parte di se’. Come sempre il Teatro dei Naviganti propone uno spettacolo tratto da una storia che unisce il divertimento alla riflessione. La novità di questo spettacolo consiste nella compresenza di attori e di burattini. Una scelta quasi metateatrale rispetto al tema della favola, ma soprattutto una nuova sfida lanciata per il divertimento dei bambini, affinché l’atmosfera di una giornata di teatro li coinvolga al massimo, come coinvolti saranno dagli attori e dagli altri protagonisti dello spettacolo.

LA NOTTE DI GIUFA

Spettacolo ispirato “molto poco eroiche gesta” del personaggio di Giufà

Di e con Mariapia Rizzo

Forse da troppo tempo le molto poco eroiche gesta di Giufà rimangono al di fuori della nostra tradizione favolistica. E’ tempo di ritornare ad ascoltarle.
Giufà, lo sciocco per eccellenza, talmente sciocco da risultare alcune volte geniale, è un personaggio che accomuna tutta l’area del mediterraneo, declinandosi in variazioni a seconda delle aree di riferimento.
Giufà é molto ignorante, si esprime per frasi fatte ed è animato dal senso delle letteralità in ogni sua azione. Deuteragonista delle sue storie è la madre, ora aguzzina ora vittima di questo paradossale figlio.. Nelle sue avventure egli si caccia spesso nei guai, ma riesce quasi sempre a uscirne illeso, spesso involontariamente. Giufà vive alla giornata, in maniera candida e spensierata, incurante di un mondo esterno che pare sempre sul punto di crollargli addosso.
Mariapia Rizzo, attraverso la narrazione, l’interpretazione mimica ed il dialogo con la musica racconta alcune delle storie di Giufà, coinvolgendo i piccoli spettatori con il fascino ancora incorrotto – a dispetto dei tempi- della narrazione orale.

ALICE

ISPIRATO AI ROMANZI DI LEWIS CARROLL

Con

Stefania Pecora e Mariapia Rizzo

Regia

Domenico Cucinotta

Le avventure di Alice, nel paese delle meraviglie ed attraverso lo specchio, diventano uno spettacolo per due interpreti. Il viaggio di Alice è totalmente affidato alla magia della luce e della sarabanda di visioni che dal buio appaiono alla protagonista, la quale in un continuo colloquio con se stessa compie una esperienza di movimento, restando fondamentalmente ferma dentro le proprie oniriche esperienze.

I romanzi di Alice sono probabilmente un unicum nella letteratura per ragazzi, in quanto sostanzialmente privi (o apparentemente privi) di morale.
Per vincere la noia, Alice intraprende un viaggio in un mondo che, pur chiamato “delle meraviglie”, non ha nulla di meraviglioso: anzi il principio della non-logica lo rende inquietante e misterioso. Ne’ mai la stessa Alice rimane davvero meravigliata: una volta accettato il principio della logia inversa, la protagonista trova tutto accettabile, mentre il suo viaggio ha come unico obiettivo il raggiungimento del giardino di luce nascosto dietro una porticina che la ragazza non sarà mai adeguata ad attraversare.
Eroina della curiosità, Alice coinvolge nei suoi incontri gli spettatori, che, in una girandola di coinvolgimenti, precipitano insieme a lei nella tana del bianconiglio, perdendo la forma, mescolando le identità, sognando il Re Rosso e precipitando nel di lui sogno, fino al quesito finale, che forse potrebbe riguardare la vita di ciascuno di noi: “ Di chi era stato il sogno?”

I TRE PORCELLINI

Fiaba popolare

Con

Stefania Pecora e Mariapia Rizzo

Regia

Stefania Pecora e Mariapia Rizzo

I tre Porcellini è una favola di origine incerta ma diffusa comunque in tutto il modo e resa ancor più celebre dall’adattamento di Disney.
La favola, che presenta in forma metaforica il tema della “crescita” e della maturazione del bambino grazie all’esperienza, utilizza lo schema di scrittura “a tre” sia per il numero dei personaggi sia per la progressione della figura retorica a climax, che viene raggiunta con la terza casa e la fine miseranda del lupo.
La nostra messa in scena, particolarmente semplice e ricca di musica e movimenti si adatta particolarmente bene ad un pubblico di piccolissimi.
La figura del Lupo è resa in maniera buffa e simpatica, tanto da indurre nella tentazione di parteggiare per questo “povero cattivo” che inciampa nei suoi vani tentativi di assalto ai danni dei porcellini, restando irrimediabilmente affamato e persino…bruciacchiato.

L'ORA DI CHIUSURA

Liberamente tratto da “Peter Pan nei giardini di Kensington”di J.M.Barrie

Con Mariapia Rizzo

Regia Domenico Cucinotta

Musica dal vivo Domenico Cucinotta

Adattamento Mariapia Rizzo

“Quando hanno qualche cruccio i bambini spesso si appartano e sono tristi. Alcuni sommergono dentro di se la piccole sconfitte della vita, e sublimano con le attività del fantasticare la loro amarezza. Anche se a tratti ostentano addirittura allegria, conica disinvoltura o giocano ad inventarsi paradisi di astrazione.”
I giardini di Kensington sono il paradiso di astrazione di J.M. Barrie, uomo dalla biografia sofferta e controversa; da questo animo tormentato, da questo uomo eternamente ragazzo, sgorga, come un fiore la figura di Peter Pan, piccolo demone amato da uccelli e fate, ed eroe di tutti i bambini che frequentano i celeberrimi giardini di Londra. Peter, racchiude in se’ natura umana e natura magica. E’ più felice di tutti gli altri bambini, nonostante non possa più tornare dalla sua mamma. Me crede di essere davvero felice e la fede è la cosa che mette davvero le ali agli esseri viventi.Le sue avventure nei giardini sono intrise di magia, a dispetto di una piccola nota malinconica che le attraversa.
In questa versione del Teatro dei Naviganti, la storia diventa una narrazione drammatizzata che prevede il coinvolgimento dei piccoli spettatori, che diventano in diversi momenti a loro volta narratori della storia, allo stesso modo in cui Barrie afferma di averla creata insieme a “David” il personaggio che nel romanzo adombra i bambini Davies, i bambini che Barrie adottò ed ai quali è dedicata l’epopea di Peter Pan.
Lo spettacolo, come il romanzo da cui è tratto, ci dà modo, di essere naufraghi per un attimo sull’isola di un’infanzia straordinaria, dove basta premere per un momento le mani contro le tempie per tornare ad avere le ali e volare e danzare in mezzo alle fate